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Una storia da brivido in una Bologna dark

TITOLO ORIGINALE: Almost blue AUTORE: Carlo Lucarelli EDITORE: Einaudi PAGINE: 194 pagine PREZZO: 12,50 euro

In una Bologna misteriosa, vecchia e un po’ dark si svolge la storia di Simone un ragazzo cieco, che viene coinvolto nelle indagini di Grazia, una donna poliziotto che sta cercando di catturare il Killer di Bologna soprannominato l’iguana. Questo infatti uccide le vittime e ne prende la pelle, le sembianze. È un essere viscido che sfugge alle campane dell’inferno.

Il romanzo è avvincente e cattura il lettore dall’inizio alla fine. Il ritmo delle parole è serrato se sposta l’attenzione sui due personaggi principali, il killer e Simone. Come se potessimo entrare nelle loro menti, l’autore ci fa sentire i loro pensieri, ci porta nella mente e nel corpo dell’assassino. Ci fa capire cosa vuol dire essere ciechi, facendoci entrare nella mente di Simone che descrive tutto il mondo attraverso una tavolozza di colori e suoni tutti impostati sulle sue sensazioni.

La voce narrante, che si nasconde tra i soliloqui dei protagonisti è scattante, racconta, senza dilungarsi troppo nei particolari, quello che succede come per descrivere i dettagli di una scena del crimine.

Di Grazia non conosciamo la mente fino in fondo ma è l’impersonale voce narrante che ci descrive quello che fa e quello che prova come se fossimo presenti vicino a lei e la potessimo quasi vedere.

L’autore mostra una capacità descrittiva sintetica e mai noiosa che ci permette di visualizzare tutto, dai pensieri alle sensazioni dei personaggi fino ai luoghi in cui si trovano.

Sono 194 pagine di puro intrattenimento e pathos nelle quali veniamo assorbiti fino ad emozionarci esattamente come se vedessimo il film della storia. Come se le scene più cruente le avessimo davanti agli occhi.

Ogni capitolo ci porta direttamente nella mente del personaggio senza prima dare una visione d’insieme. Questo crea aspettative e ci si domanda dove si trova la persona e lo si scopre solo leggendo. Non esistono descrizioni introduttive dell’ambiente e delle situazione e questo forse può spiazzare un po’ il lettore, che di norma è abituato ad una forma di racconto più classica.

VOTO FINALE:

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