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Via col vento. Prima del libro e del film, una storia indimenticabile


Titolo originale: Gone With Wind Autore: Margaret Mitchell Editore: Oscar Mondadori Pagine: 882 Prezzo: 15,30 euro

Da qualche settimana quando mi concedo un giro in libreria per vedere le ultime uscite o semplicemente soddisfare il mio feticismo per la carta stampata e sfogliare qualche libro, senza necessariamente comprarlo, ( purtroppo noi amanti della lettura dobbiamo sforzarci di fare economia ogni tanto), noto la presenza di un libro a me molto caro, esposto fra le novità come se fosse uscito quest'anno ma si tratta in realtà di un vecchio amico. Si ho detto proprio un vecchio amico, perché questo libro e il relativo film mi appartengono fin dall'infanzia. Sto parlando di Via col vento, Gone With The Wind per gli anglofoni.

Pensate che da quando l'ho ritrovato in libreria a volte lo prendo, lo apro in un punto a caso e mi immergo nella storia. Ogni volta rileggerlo è un'emozione.

Dunque, innanzitutto devo scusarmi in anticipo se questo articolo sembrerà una sviolinata ma credo mi risulti davvero difficile trovare qualcosa che non vada o che non mi emozioni sia nel libro che nel film.

Prima di cominciare parto subito con una domanda: Quanti di voi hanno letto il libro?

Forse siamo in pochi ad averlo fatto, in effetti si tratta di un romanzo di ben 882 pagine non facile da affrontare.

Per quanto mi riguarda mi sono avvicinata al libro all'incirca all'età di 15 anni, dopo aver visto il film un centinaio di volte, la prima delle quali quando avevo non più di 4 anni.

Non sto scherzando, il mio primo approccio con questo film, ma in generale con il mondo del cinema è stato grazie a un vhs di mia madre, già consumato allora per le troppe visioni e che di tanto in tanto lei guardava dopo aver messo me e i miei fratelli a letto nelle notti in cui papà aveva il turno e lei dormiva sola. Talvolta, dato che non sono mai stata una che sta al suo posto, mi alzavo e la raggiungevo sul divano, mi accomodavo vicino a lei mi lasciavo affascinare da quelle immagini colorate, dalla protagonista del film Vivian Leigh che mi sembrava una Barbie, anzi più bella delle mie Barbie e da quei vestiti che sognavo di indossare anch'io un giorno. Insomma, vista la "veneranda" età di quattro anni della storia capivo zero, ma la magia di quel film mi aveva già catturata. Crescendo iniziai ad appassionarmi anche alla trama, alle avventure di Rossella O'Hara e al suo amore per Ashley, al corteggiamento di Rhett, fino al tragico finale che per un motivo o per un altro non ho mai visto fino ai sette anni.

Le visioni precedenti di quel film si fermavano di solito a tre quarti della storia, era davvero lungo e io ero una bambina e, come dicevo, ancora non potevo capire lo struggimento amoroso e le passioni disattese. Ma quando finalmente vidi il finale ne rimasi talmente colpita da restare immobile sulla sedia per almeno mezz'ora. Non potevo credere che Rossella e Rhett si fossero lasciati in quel modo. Non riuscivo a capire perché quando due persone si amano a volte capita che non riescano a stare insieme e sembra che facciano di tutto per non capirsi, come dice lo stesso Rhett alla fine del film.

E poi come ha potuto Rossella non capire quanto fosse grande il suo amore per lui? Come ha potuto non capire che l'unico uomo della sua vita era lui? E ancora, come ha potuto perdere tanto tempo dietro l'uomo sbagliato raccontandosi che era invece quello giusto e ostinandosi a procedere nella vita con i para-occhi?

Quando si è bambini certe cose risultano più semplici, invece crescendo diventano più complicate al punto che ripensando a certe storie d'amore ti rendi conto che le relazioni non sono facili, neppure quando ci si ama davvero e si è fatti l'uno per l'altra.

Insomma ho amato molto il film e quando ho iniziato il liceo e ho cominciato a recuperare i grandi classici della letteratura mi sono detta che dovevo recuperare anche Via col vento, perché sapevo che il libro mi avrebbe emozionata anche più del film.

Di questo romanzo scritto dalla giornalista Margaret Mitchell nel 1936 si ricorda la prima edizione originale di quell'anno e poi la prima italiana per Mondadori del 1937. Proprio in quell'anno il racconto vinse anche il premio Pulitzer. Il libro divenne un vero e proprio caso editoriale e nella storia è stato ri- editato più volte fino al 2001 per Oscar Mondadori. Di recente, nel 2015, in occasione dei 75 anni del film il libro è stato ristampato e nuove edizioni del film sono ricomparse sugli scaffali. Quest'anno sono ben ottant'anni dalla prima edizione italiana e Mondadori ha dato una nuova veste al libro con una bellissima copertina ristampata con l'immagine dell'albero con lo sfondo della casa di Rossella nella piantagione di Tara.

Ribadisco la trama per quei pochi che non ne hanno mai sentito parlare. Via col vento è la storia di una giovane donna del sud degli Stati Uniti che nel periodo della guerra di secessione e gli anni a seguire cade e si rialza più volte. Vediamo crescere Rossella dal primo momento in cui la vediamo fino al tragico finale. All'inizio della storia è innamorata di Ashley Wilkes e spera di essere da lui chiesta in moglie, ma scopre presto che il giovane è destinato a Melania Hamilton, sua cugina. Da questo momento Rossella vivrà in funzione di questo struggimento e non potrà fare a meno di odiare Melania anche se quest'ultima mostra dal primo momento nei suoi confronti un grande affetto. Per ripicca Rossella sposa il fratello di Melania, Carlo, sinceramente innamorato di lei. Qui vediamo la prima differenza fra il libro e il film. Nel film Carlo parte per la guerra e muore lasciando Rossella vedova. Nel libro il matrimonio contratto per ripicca risulterà per Rossella molto più difficile da affrontare. La ragazza dovrà sopportare di andare a letto con un uomo che non ama, sperimentando per la prima volta il sesso e, ovviamente, vivendolo come una sorta di violenza auto-inflitta. Da questa unione Rossella avrà un bambino.

Nel film questo bambino non c'è e neppure la descrizione dettagliata dei primi sofferti amplessi di Rossella.

L'egoismo della ragazza e la brutalità del suo gesto sono molto più marcati nel testo. Rossella dirà più volte di sentirsi estranea al proprio figlio e di avere la sensazione di non vivere la propria vita.

Nel frattempo, nel corso di una delle ultime feste felici prima della guerra, Rossella incontra Rhett Butler che la corteggia fin dal primo momento, ma lei lo trova viscido e sfrontato. Inoltre il suo cuore appartiene ad Ashley e lo stesso Rhett si ritrova, suo malgrado ad assistere alla prima delle molte appassionate dichiarazioni di Rossella.

Questo momento crea una prima forma di confidenza fra i due, Rhett conosce il segreto di Rossella ma promette di non rivelarlo, sebbene spesso non manchi di prendere in giro la ragazzina innamorata.

Anche per quanto riguarda il personaggio di Rhett, a mio avviso uno dei migliori mai scritti nella storia della letteratura, ci sono delle notevoli differenze con il film. La descrizione che ne fa la Mitchell nel libro e le sensazioni che Rossella prova in presenza di quell'uomo che la ripugna e la attrae allo stesso tempo, sono ricchi di sensualità e sono molto più carnali rispetto a quello che vediamo nel film.

Questo è ovvio dato che nel 1939 c'era una censura di ferro e certe cose nei film non si potevano raccontare. Il libro invece poteva permettersi all'epoca di essere più spinto dato che tutto restava nel privato di una camera fra l'autrice e il lettore di turno. E così nel libro scopriamo tutta la sensualità e la brutalità di Rhett e comprendiamo meglio l'attrazione e allo stesso tempo il pudore di Rossella nei confronti di quell'uomo. Le descrizioni del corpo di Rhett e del modo in cui lei lo vede sono molto dettagliate. In particolare sono scritte molto bene, sia pure con una certa pulizia nella scrittura, in modo molto evocativo le descrizioni dei loro momenti di intimità da quando si sposano in poi. C'è una scena in particolare che nel film è stata censurata e che vede una sorta di violenza da parte di Rhett nei confronti di Rossella.

Siamo nel punto della storia in cui, dopo i primi mesi di matrimonio in cui Rossella sembra aver trovato la felicità, il fantasma del suo amore per Ashley ritorna e dopo aver avuto una bambina da Rhett vedendosi più grassa e sfigurata dall'ultima gravidanza decide di non volere altri figli dal marito. Da questo momento Rossella si ritira in una sorta di castità impedendo al coniuge di dormire con lei. Questo atteggiamento getta le basi per un processo di degenerazione del rapporto che sfocerà nel finale che tutti conosciamo.

Nel corso di questo declino però Rhett non vuole subire e una notte in cui è parecchio ubriaco prende di peso la moglie e la porta in camera da letto contro la sua volontà.

Nel film questa scena si chiude nella penombra della casa davanti alla grande scalinata ma nel libro Rossella svela al lettore quello che succede dietro la porta della camera da letto, non nascondendo un certo stupore.

Rossella rivela al lettore che il marito, quella notte, la prese come non aveva mai fatto e le fece fare delle cose che lei non avrebbe mai immaginato.

Altri elementi che rendono il libro una lettura meravigliosa e irrinunciabile sono le descrizioni dell'evento storico in cui si vede chiaramente che l'autrice nasceva come giornalista prima che scrittrice. L'approccio in queste descrizioni è infatti più da cronaca che da romanzo.

Infine, se nei romanzi più spesso si approfondisce la psicologia dei protagonisti e non sempre i personaggi collaterali hanno un vissuto interessante quanto quello dei principali. Invece in questo romanzo la Mitchell ci regala una biografia interessante anche per i genitori di Rossella, per le sorelle e per molti altri, al punto che si potrebbe costruire un romanzo per ciascuno di essi.

Devo dire però che il film, nonostante i tagli necessari alla trama per non superare la lunghezza consentita, vive di vita propria rispetto al libro e riesce in ogni caso a dare la giusta atmosfera senza tradire la volontà dell'autrice. Non posso dire quale dei due mi sia piaciuto di più, perché come ho detto fanno entrambi parte di me. Il libro è parte di me perché mi ha insegnato come si approfondiscono i personaggi di una storia e quanto il contesto sia fondamentale, il film è parte di me perché non dimenticherò mai quelle immagini che sono rimaste impresse nella mia mente e la bambina che ero quando le guardavo.

In generale poi, la storia d'amore fra Rhett e Rossella è senza dubbio più vicina alla contemporaneità e non poche persone possono identificarsi nei tipici problemi di comprensione fra due persone che si amano ma che non si comprendono.

Per chiudere questa immensa sviolinata devo svelare a voi lettori che questo libro è stato il primo che mi ha fatta piangere come non avevo mai pianto prima al termine di un romanzo. Il finale nel romanzo è anche più struggente e sofferto che nel film e la sensazione che ho provato è stata quella di essere abbandonata io stessa dal magnetico Rhett.

VOTO FINALE:

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