Un autore di compagnia
- Sara
- 14 feb 2017
- Tempo di lettura: 4 min

Se dovessi consigliare a un ipotetico lettore un libro da portare in viaggio, una lettura che gli tenga compagnia e lo appassioni al punto giusto, i titoli che mi verrebbero in mente sarebbero svariati. Fra i classici per esempio ci sono diverse letture che potrei consigliare. Ultimamente anche fra gli autori moderni avrei qualche titolo da proporre, e questo si è visto dagli ultimi post nel blog. Ma devo dire, con tutto il rispetto per i classici e per le uscite degli ultimi mesi che c'è un autore in particolare che porto sempre con me in viaggio e di cui ho letto tutti i romanzi. E' il mio personale guilty pleasure e quando mi chiedono di consigliare un romanzo il primo nome a cui penso è sempre lo stesso: David Nicholls.
Forse, se dico questo nome, in pochi potrebbero annuire, pochissimi potrebbero aver letto qualcosa, eppure senza saperlo molti di voi lo conoscono.
One day vi dice qualcosa? Forse dovrei scrivere il titolo in italiano: Un giorno. Esatto, il film di Lone Scherfig, ma in quanti sanno che il film è tratto dal romanzo omonimo di David Nicholls?
Probabilmente fra voi c'è qualcuno che dopo aver visto il film è corso a comprare il libro come feci io a suo tempo. Addirittura potrebbe esserci qualcuno che aveva letto il libro prima ancora di vedere il film. Io, devo confessarlo, non appartengo a quest'ultima categoria e la scoperta di questo autore meraviglioso è avvenuta appunto per vie traverse, dopo la visione del film con Anne Hathaway e Jim Sturgess.

Perché mi piace così tanto questo autore? Molto semplicemente è capace di emozionarmi ogni volta, al punto che le lacrime escono da sole quando sono appena a un quarto del libro. Mi è successo con Un giorno e Noi, i suoi romanzi migliori secondo me.
Credo sia uno dei pochi autori che conosco in grado di farmi questo effetto, fra gli autori moderni.
La grandezza di Nicholls sta nella capacità di descrivere perfettamente le emozioni umane e inserirle in contesti reali, di tutti i giorni, apparentemente banali ma che fanno parte del quotidiano.
Tuttavia le storie di Nicholls non sono mai zuccherose e i suoi personaggi non sono speciali, vincenti o fighi, per niente. Sono personaggi normali, calati in una realtà che potrebbe essere la nostra e che vivono le difficoltà comuni della gente comune.

Cosa li rende straordinari? In primo luogo non vincono mai davvero, anche quando una storia termina con la vittoria del protagonista, questa vittoria è apparente e il finale è sempre ironico.
In secondo luogo le avventure, o meglio le disavventure, che vivono sono situazioni che tutti, ma proprio tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita e questo rende i personaggi molto vicini a noi.
La struttura narrativa dei romanzi di Nicholls risponde a un schema semplice:
Abbiamo sempre un protagonista maschile, a volte femminile, imbranato, sensibile, sempre un passo indietro rispetto agli altri, che sogna il suo momento di gloria, non importa quale. Può essere una donna, la fama in tv, oppure il raggiungimento del successo lavorativo.
Questo personaggio, quasi sempre, ha capito qualcosa che gli altri ancora non hanno notato oppure che noteranno troppo tardi.
Nove volte su dieci il nostro protagonista è innamorato di una donna bellissima che non se lo fila o che, peggio ancora, sta con uno talmente figo e irraggiungibile che persino un uomo perderebbe la testa. Inutile dirvi che questo figo esagerato è uno stronzo. Il nostro tenero eroe lo sa, l'eroina no.
Noi lettori ci ritroviamo a soffrire le pene dell'inferno e le umiliazioni che soffre il protagonista e arriviamo insieme a lui a un passo dalla vittoria finale.
La vittoria sarà raggiunta? Come ho già detto Nicholls ci riserva sempre il lato ironico della vicenda, dandoci qualcosa da una parte e togliendoci qualcos'altro dall'altra.

Lo so, apparentemente questa struttura è quanto mai banale ma credetemi se vi dico che Nicholls sa metterci sempre quel quid in più che rende la struttura più semplice molto profonda e complessa.
Nelle sue storie vediamo sempre tutto attraverso la psicologia e le emozioni del protagonista. Tutto è filtrato attraverso il suo sguardo ma allo stesso tempo riusciamo a conoscere profondamente gli altri personaggi. Alla fine non possiamo fare a meno di sentirci parte di quel mondo.
L'ultimo elemento che rende Nicholls uno dei miei autori contemporanei preferiti è la capacità di muoversi con disinvoltura fra i giorni nostri e gli anni ottanta. Chi non prova nostalgia per quel periodo? Magari non tutti lo hanno vissuto direttamente ma tutti, attraverso il cinema e la Tv sappiamo di cosa stiamo parlando. E dunque Nicholls è in grado di farti vivere quel periodo come se anche tu ne avessi fatto parte.
Sembra che in questo schema non vi sia nulla di originale, e infatti non c'è nulla di originale rispetto a tanti altri romanzi e fin dalla notte dei tempi questo schema si è sempre ripetuto. Eppure poche volte nella vita mi è capitato di commuovermi tanto leggendo un romanzo.
Recuperare questo autore non è complesso dato che ha scritto fin ora solo quattro romanzi, due dei quali sono diventati film. Questo perché inizialmente David Nicholls recitava e nel corso della sua carriera è stato anche autore di teatro e televisione. Ma vi assicuro che leggere i suoi libri ne vale la pena.
Quindi eccovi di seguito l'elenco completo in ordine di pubblicazione:
Le domande di Brian (Starter For Ten, 2003) (Sonzogno, 2004 - BEAT, 2011)
Il sostituto (The Understudy, 2005) (BEAT, 2012) (precedentemente Una botta di fortuna, Sonzogno, 2007)
Un giorno (One Day, 2009) [3] (Neri Pozza, 2010)
Noi (Us, 2014) (Neri Pozza, 2014)
VOTO FINALE:

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