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Le ragazze


Titolo originale: The girls Autore: Emma Cline Editore: Einaudi stile libero Pagine: 334 Prezzo: 18,00 euro

"Era quella la cosa strana: non odiavo mio padre. Aveva voluto qualcosa. Come io volevo Suzanne. O mia madre voleva Frank. Tutti volevamo delle cose e non potevamo fare a meno di volerle, perchè l'unica cosa che avevamo era la nostra vita, e l'unica persona accanto a cui ci svegliavamo eravamo noi stessi, e quando mai avremmo potuto dirci che quello che volevamo era sbagliato?"

Sono appena emersa dalla lettura di questo romanzo straordinario, scritto da un'autrice che ha meno di 30 anni, Emma Cline, che ha tratto ispirazione dalla storia di Charles Manson e dalle tragedie a lui legate per raccontare Le ragazze.

Il romanzo è l'approfondimento dell'adolescenza, quella di Evie in particolare, la protagonista di una storia di cui già vedo il film. Evie ha appena 14 anni, è il 1969 in California, è figlia di due genitori appena divorziati e troppo distratti per notare la sua sofferenza e i suoi problemi con Connie, l'amica del cuore.

Evie sta vivendo i tipici turbamenti della sua età, sta scoprendo il suo corpo, crede di amare il fratello di Connie ma poi vive delle contraddizioni nella sua sessualità. Prova eccitazione per le donne seminude dei giornaletti di suo padre e ha un attaccamento viscerale verso Suzanne, la ragazza poco più grande di lei che segnerà un cambiamento fatale nel corso della sua vita.

Evie la seguirà per non lasciarla più, superando quel punto di non ritorno che caratterizzerà il suo nuovo io. Perché Evie vuole essere accettata, perché si sente fuori posto a casa, fuori posto da Connie e vede in Suzanne un suo simile. Questo sarà il suo errore fatale, l'ingresso nel ranch dove vive Suzanne, la conoscenza di Russell, un uomo che sembra avere la conoscenza, la risposta a tutto. Un santone che professa l'amore libero, l'uso di droghe e che promette mari e monti. Un personaggio come ne circolavano tanti in quegli anni in cui la struttura familiare classica si stava dissolvendo per lasciare spazio a nuove forme familiari e al disorientamento giovanile.

Nel corso della lettura la Cline è riuscita a farmi sentire Evie così bene, a farmi assaporare le sue emozioni al punto che io stessa ero Evie. Ho sofferto con lei, ho provato le stesse emozioni e mi sono ricordata di me stessa a 14 anni e di come ci si possa sentire escluse in certi momenti.

Perché un libro scritto bene fa proprio questo, ti fa diventare il personaggio, anche se sei completamente diverso da quel personaggio, e ti ritrovi al centro della storia accanto al protagonista provando come il personaggio. la vergogna dopo il primo rapporto sessuale, l'iniziazione al mondo degli adulti, la crudeltà di certe persone e la facilità con cui si possa passare dalla sofferenza all'odio.

Le ragazze potrebbe essere definito un romanzo di disfacimento più che di formazione. Vediamo la protagonista mutare davanti ai nostri occhi e riusciamo a provare gli stessi turbamenti che prova lei, lo stesso senso di nichilismo e impotenza che prova Evie. Lei si lascia vivere e noi con lei .

La Cline non cala mai la tensione, la stempera ogni tanto, ma la lascia sempre lì. Fino alla fine, leggendo l'ultima pagina scuote i nostri nervi per poi salutarci e lasciarci lì a pensare alla piccola Evie, che ci sembra piccola anche quando la vediamo adulta, molti anni dopo la sua avventura estiva del 1969.

Vi servono altri motivi per correre a leggere un romanzo?

VOTO FINALE:

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